La Global Solo Challenge ha preso il via il 26 agosto. Dato il suo formato unico, i 20 skipper iscritti partiranno in partenze scaglionate nel corso dei prossimi quattro mesi, a seconda delle prestazioni delle loro imbarcazioni.
Per ulteriori dettagli sulle date di partenza di ogni skipper, si prega di visitare questo link sul sito dell’evento: https://globalsolochallenge.com/it/date-di-partenza/
Per seguire la rotta degli skipper in navigazione, sul sito della Global Solo Challenge è disponibile il tracker: https://globalsolochallenge.com/it/tracker/
Cole Brauer, giovane navigatrice americana, iscritta alla Global Solo Challenge a bordo del suo Class40 First Light ha aggiunto un tocco femminile all’evento con il suo entusiasmo e la sua passione contagiosa per la vela. Cole lavora intensamente e senza sosta per preparare il suo giro del mondo ed ha riunito intorno a sé un team che condivide i suoi valori e la aiuta nella gestione del progetto: “La vela è la mia professione e il mio hobby, non mi concedo delle pause. Prepararsi per una regata intorno al mondo significa pensare costantemente al passo successivo. Fortunatamente, ho un team straordinario che mi supporta e cerca in ogni modo di alleviare la pressione psicologica per permettermi di concentrarmi solo sull’aspetto della gara. Inoltre, credo fermamente nella mia barca e nell’attrezzatura.”
La Brauer per il suo giro del mondo ha scelto un’imbarcazione a cui è legata sentimentalmente: “Ho sempre desiderato navigare intorno al mondo e mi immaginavo di farlo su una barca che conosco, amo e di cui mi fido. Per questa ragione ho scelto First Light, per me lei è tutto questo. Quando siamo in mare, parlo con lei ed è come se fosse una figlia per me. Quando lei sta bene, anch’io sto bene. Abbiamo un rapporto meraviglioso e una profonda comprensione reciproca: quando le cose non vanno come dovrebbero, sento che lei cerca di mostrarmi che sta facendo del suo meglio per migliorare la situazione. Inoltre, come Class40, è nata ed è stata costruita solida e resistente per una sfida come questa.”
First Light precedentemente si chiamava Dragon e Cole è stata il capitano della barca per quattro anni prima che fosse venduta ai fratelli Day che successivamente ne avevano cambiato il nome. In realtà i due fratelli non avevano abbastanza tempo da dedicare alla barca e hanno chiesto a Cole se volesse continuare a navigare, sviluppando un programma di regate. All’inizio restia e impegnata in altri lavori su altre imbarcazioni, Cole infine ha accettato e si è trasferita in Florida, dove faceva base First Light. Ha partecipato a varie regate, affinando le sue competenze e creando un legame ancora più forte con il Class40, tanto da farle desiderare di ampliare i suoi orizzonti verso competizioni di portata internazionale. “Il programma originale non era partecipare alla GSC, volevo competere alla Transat Jacques Vabre. Tuttavia, quando uno dei fratelli Day mi ha chiesto se ci fossero possibilità di vincerla, ho risposto di “no”. First Light, per la sua età, non sarebbe competitiva.”
First Light è un Class40 del 2008, progettato da Owen Clarke Designs e costruito nel Regno Unito da Composite Creations, lo stesso modello di ZeroChallenge (ex-Fuji) di Ari Känsäkoski.
Lo studio di design Owen Clarke, di Dartmouth nel Regno Unito con sedi anche negli USA e in Nuova Zelanda, è riconosciuto e specializzato nel design di imbarcazioni da crociera performanti e da regata, di super yacht e barche da esplorazione per navigare alle alte latitudini. La loro progettazione spazia dai Mini 6.50, a diciotto esemplari di Class40 e otto IMOCA che hanno partecipato al Vendée Globe, fino ad arrivare alla creazione di un imponente schooner in alluminio a tre alberi di 75 metri.
I fondatori Merfyn Owen e Allen Clarke hanno iniziato a collaborare nel 1993, apportando allo studio le loro competenze uniche ed esclusive per ideare delle imbarcazioni performanti, marine e dal design accattivante. Merfyn Owen, laureato alla University College London, conta una vasta esperienza non solo nell’architettura navale ma anche come navigatore con ben 250.000 miglia percorse tra regate e spedizioni a cui ha partecipato. Allen Clarke, con una formazione al Falmouth Boat Building College e al Southampton Institute, è un punto di riferimento nel mondo dei Class 40 e nello sviluppo di imbarcazioni da crociera veloce e apporta una particolare attenzione ai dettagli e all’estetica dei progetti, anche grazie alla sua carriera pregressa come designer di interni.
In vista della Global Solo Challenge, First Light è stata sottoposta a un accurato refit e a un esame approfondito presso il cantiere Newport Shipyard, a Newport, Rhode Island. “A novembre 2022, l’albero e le sartie erano già stati sostituiti e sono nuovi. First Light è stata in cantiere da giugno a settembre di quest’anno. La rotaia della randa sull’albero è stata rinforzata. La chiglia è stata ispezionata, riparata e successivamente rimontata. Tutte le manovre correnti, comprese drizze e scotte, sono state rinnovate. Il team ha dedicato un mese intero a rimontare l’attrezzatura, assicurandosi di aver esaminato ogni singolo dettaglio. Ci siamo iscritti alla GSC solo pochi mesi fa e, pertanto, abbiamo iniziato i preparativi più tardi rispetto ad altri team. Senza la pazienza e la comprensione del Newport Shipyard, che ha creduto fin dall’inizio in questo progetto, nulla di tutto ciò sarebbe stato possibile. Le vele di First Light, realizzate da North Sails, sono nuove e, durante la traversata atlantica verso A Coruña, ho avuto l’opportunità di metterle alla prova, rimanendo soddisfatta del risultato.”
Cole adora l’imbarcazione che la condurrà a realizzare il suo sogno ma ne conosce anche i punti deboli: “First Light è estremamente robusta dal punto di vista strutturale e sono convinta che si rivelerà un’imbarcazione affidabile per il mio progetto. Ne conosco ogni centimetro e ho esplorato ogni angolo. Tuttavia, ha i suoi punti deboli, come i punti di attrito e lo sfregamento che tendono a logorare i materiali piuttosto rapidamente. È una vera e propria macchina da guerra, distrugge tutto ciò che incontra sul suo cammino, comprese le cose che cercano di renderla più veloce!”, commenta scherzosamente la navigatrice.
Per la produzione di energia la Brauer si affiderà all’idrogeneratore e ad una batteria a metanolo, l’Efoy, che potrà funzionare anche da riscaldamento nei mari più freddi. Spera di utilizzare prevalentemente delle fonti di energia rinnovabile ma avrà a disposizione anche l’alternatore del motore per le emergenze. Inoltre, insieme all’elettricista che ha revisionato gli impianti a bordo sta valutando se installare anche dei pannelli solari di riserva.
Per quanto riguarda il riposo a bordo, la navigatrice è fiduciosa: “Sono sempre riuscita a gestire bene i cicli di sonno a bordo. Nelle zone lontane dal traffico marittimo riesco a dormire per due ore, poi mi sveglio, controllo la barca per assicurarmi che siamo in rotta e che le vele sono regolate al meglio e poi torno di nuovo a dormire. Seguo la navigazione anche dalla mia cuccetta quindi quando mi sento assonnata, dormo. Pianifico tatticamente i miei cicli di sonno in relazione ai cambi di vela e alle condizioni del vento. Quando ci sarà poco vento e condizioni instabili, come nei Doldrums, sarà più difficile smettere di pensare e spegnere il cervello.”
Forse, uno dei tratti distintivi del suo carattere, che la navigatrice mette in evidenza, la sosterrà in quelle situazioni in cui non è possibile pianificare ogni dettaglio. “In generale, ho la capacità di lasciare andare le cose. Quando qualcosa non va per il verso giusto, posso anche innervosirmi in quel momento, ma poi, un po’ come un pesce rosso, dimentico e passo alla prossima sfida che mi attende.”
Per la cambusa, Cole ha un approccio molto pragmatico e racconta che imbarcherà prevalentemente cibi essiccati che confessa utilizza a volte anche a terra, per la praticità nella preparazione. “Abbiamo già preparato delle buste con tre pasti completi al giorno, più uno o due snack per assicurarmi di mangiare a sufficienza.”
Il progetto di Cole è una navigazione in solitario ma uno dei pilastri è il suo team. La navigatrice ci racconta da cosa sono accomunati tutti i componenti del gruppo e come il messaggio che desidera veicolare alla GSC riguarda un po’ tutti loro.
“Il mio team ha reso possibile questo viaggio. Prima di incontrarli, stavo perdendo peso a causa dello stress. Ho invocato l’aiuto dell’universo e mi è stato donato il miglior team che avrei potuto desiderare. Non posso ringraziarli abbastanza per tutto il lavoro e l’energia che hanno speso in questo progetto. Sono molto felice di poter condividere con loro questa avventura. Un ringraziamento particolare va al nucleo fondamentale del gruppo: Duncan Nevard, Brendon Scanlon, Jimmy Carolla e Sammy Hodges, ma anche a tutti gli altri.
Attraverso la mia sfida sportiva alla GSC desidero promuovere l’idea che qualsiasi individuo, per quanto possa apparire “piccolo” o limitato, può realizzare grandi cose. Ogni membro del mio team, in qualche fase della propria vita, ha sperimentato la sensazione di essere messo in secondo piano, di essere sottovalutato o rifiutato per quello che era. Ognuno di noi porta con sé storie di sofferenza e sfida. Ci siamo uniti con l’intento comune di realizzare questo sogno, sostenendoci a vicenda.
Il mio desiderio è di essere una navigatrice competitiva, ma anche di mantenere un atteggiamento positivo e gioioso, sfruttando ogni occasione per divertirmi, sorridere e assaporare ogni istante.
Il mio obiettivo è dare voce a chi viene messo a tacere e umiliato e fare in modo che, in particolare, le donne vengano prese sul serio nello sport della vela. Vorrei soltanto che fosse possibile godersi il mare e la vela, anche in un contesto di competizione.”
Il nome della barca ben si adatta a questo forte messaggio sociale che Cole cerca di portare nella vela e nello sport. First Light, una prima luce che si accende per illuminare tante storie e farle conoscere affinché alcuni episodi non si ripetano. Un invito affinché ci sia più rispetto nello sport e nella vita, in generale. “Mi piaceva il nome originario della barca, Dragon, perché per la prima volta avevo io il ruolo di capitano. Nonostante non fosse mia, la consideravo il mio Drago. Tuttavia, adoro anche First Light. Mi ricorda che, anche quando tutto sembra andare male, quando tutto è avvolto nell’oscurità, il sole sorgerà sempre. È una certezza ed è molto confortante.”
In mare Cole Brauer ha collezionato molti bei ricordi. Attraverso il respiro di una donna sull’oceano scopriamo quanto ci si possa sentire vivi e al posto giusto.
“Uno dei miei ricordi preferiti legati alla vela risale a quando navigavo alle Hawaii. Quel periodo ha rappresentato una svolta nella mia vita. Sono nata a Long Island, NY, dove fa caldo qualche mese all’anno. Poi, trasferendomi alle Hawaii, dove il bel tempo è la norma, ho realizzato che adoravo vivere all’aperto. Volevo esplorare ciò che il mondo aveva da offrire. Ricordo una notte in mare, sotto un cielo stellato senza luna, quando ho visto la bioluminescenza che illuminava e avvolgeva i corpi dei delfini mentre nuotavano sulla prua della barca… Mi sembrava di respirare per la prima volta nella mia vita. Ogni giorno, fuori, in oceano, mi metto a prua di First Light e ripeto quell’identico respiro. Sorrido. Piango. Urlo. Poi, il silenzio. C’è qualcosa di così magico nell’oceano. Posso, finalmente… respirare.”
Pronti ad imbarcarvi con Cole e il suo team? “Tutti i membri del mio team hanno rivoluzionato le loro vite per unirsi a questo progetto; perciò, sono fermamente convinta che riusciremo a convincere molte altre persone a salire a bordo con noi!”
La partenza di Cole Brauer e della sua First Light da A Coruna è prevista il 28 ottobre.
A cura di Margherita Pelaschier
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