Tra una settimana circa alla Global Solo Challenge assisteremo ad uno dei momenti più attesi dell’evento con due partenze chiave per la flotta di navigatori che desiderano realizzare il loro sogno di compiere un giro del mondo in solitario. L’ideatore ed organizzatore della GSC, Marco Nannini ha commentato: “Con le partenze del 21 e del 28 ottobre la flotta della GSC in navigazione conterà quindici imbarcazioni. Inizierà una fase molto interessante e finalmente in mare assisteremo al grande evento che ci aspettiamo.”
Intanto, i quattro navigatori che già stanno solcando l’oceano collezionano ogni giorno qualche miglio in più, dei traguardi in più, dei ricordi in più nella loro avventura intorno al mondo.
Dafydd Hughes, a bordo di Bendigedig è in rotta verso il primo grande capo da doppiare, il Capo di Buona Speranza e finora ha condotto al meglio la navigazione, sfruttando le condizioni meteorologiche che ha incontrato, nonostante la velocità limitata della sua imbarcazione. Sembra, come nella storia de La Fontaine, che “la tartaruga” sia più temibile del previsto per le “lepri” all’inseguimento. Dafydd ha optato per una navigazione più ad est e ha abilmente scelto di ‘tagliare’ la rotta, rispetto al percorso tradizionale considerato dall’organizzazione come riferimento. Lo skipper gallese ha sicuramente tenuto conto delle prestazioni della sua barca. Bendigedig, date le sue ridotte dimensioni, non risente particolarmente delle condizioni di vento leggero e procede in modo lento ma costante, anche in passaggi chiave come i Doldrums e l’anticiclone di Sant’Elena. Nei primi giorni della settimana, il tracker, impostato con dei waypoint di riferimento basati sulla rotta classica per calcolare la distanza rimanente all’arrivo, non evidenziava immediatamente il vantaggio guadagnato da Dafydd. Mercoledì, i dati sono stati aggiornati prendendo come riferimento un waypoint immaginario, posizionato oltre il Capo di Buona Speranza: è stata evidente l’abilità di Dafydd che ha risparmiato oltre 500 miglia rispetto alla rotta indicata dal tracker. Ora, la stima della sua data di arrivo è migliorata di parecchi giorni. Tuttavia, questa è solo una proiezione in base ai dati attuali che dovrà essere confermata nel corso della navigazione restante.
Édouard De Keyser e il suo Solaire 34’, SolarWind, che da un mese circa hanno lasciato A Coruna, hanno ripreso a navigare, dopo cinque giorni di sosta all’ancora nell’arcipelago di Capo Verde. “Sono trascorse 48 ore da quando siamo ripartiti,” scriveva lunedì il navigatore belga. “Sto celebrando il mio record assoluto di navigazione senza sosta e senza mettere piede a terra, sia in solitario che in equipaggio. A pensarci, un’ondata di ricordi mi sommerge: penso alla mia famiglia, alla nostra traversata del Pacifico nel 2008 e alle tante avventure vissute in mare, in Bretagna.”
Édouard si trova ora ad affrontare la zona di convergenza intertropicale: “Dal momento della partenza da Mindelo, il vento è incostante come intensità, ma è sempre più o meno nella giusta direzione. Ho optato per una rotta più ad ovest rispetto a Dafydd per cercare di approfittare delle condizioni attuali.” Sembra che la filosofia che lo anima gli dia una motivazione supplementare nel suo viaggio: “Mi sento come un ambasciatore del futuro. Voglio dimostrare che, con Semplicità, Efficienza e Resilienza, possiamo combattere l’effetto serra pur preservando i nostri valori umani, la nostra solidarietà e un capitale di felicità che non si misura in denaro.”
Louis Robein, a bordo dell’X-37 Le souffle de la mer III ha ritrovato il suo ritmo, dopo i problemi al pilota automatico principale, e negli ultimi giorni dopo aver lasciato le isole Canarie ha collezionato una buona media, con circa 150 miglia giornaliere percorse. Finalmente è riuscito a mandarci degli estratti del suo diario di bordo per raccontarci come ha vissuto i primi giorni della sua GSC: “Nella notte tra il 2 e il 3 ottobre, il pilota automatico ha iniziato ad avere dei problemi: non teneva la rotta e con un vento di venti nodi si sono verificate diverse strambate involontarie. Durante una di queste ho subito anche un danno alla colonnina della ruota del timone. Per sicurezza, ho ammainato la randa. Ero stanco e scoraggiato e sono andato a riposarmi e a riflettere sulla soluzione per rimettere tutto in marcia.” Nei giorni successivi Louis ha riparato la colonnina e verificato il cablaggio del pilota che ora è nuovamente funzionante. Alla fine della giornata del 5 ottobre, a riparazioni completate, Louis riesce a concedersi una cena dignitosa: “Ho appena fatto il mio primo pasto caldo, finalmente sto ritrovando il ritmo, impossibile da tenere quando ci sono delle emergenze da risolvere. Ho preparato del filetto di maiale con piselli e, come dessert, yogurt e banana. Mi sono concesso anche un bicchiere di vino rosso. Nel pomeriggio ho ascoltato il VHF, che ha una lunga portata, e sono riuscito a captare delle comunicazioni dalle Canarie e dal Marocco, ho appena avuto un contatto con Rabat, a 425 miglia dalla mia posizione!”
Dopo un passaggio alle Canarie con molti cambi di vento, Louis prosegue la sua navigazione con meno intoppi e ne approfitta per finire dei piccoli lavori che aveva previsto, rimettendosi in pari con il suo programma.
Abbiamo raggiunto al telefono Philippe Delamare a bordo del suo Actual 46 Mowgli che sta affrontando il passaggio dei Doldrums. Il navigatore, di buon umore e contento di comunicare, non nasconde un po’ di disappunto per i giorni di poco vento che sta vivendo e che sembra dureranno per ancora tre, quattro giorni. “Continuo a pensare positivo per mantenere il ritmo ma è dura. Da qualche giorno sono impegnato in continue manovre e molti cambi di vele: strambo, ammaino a volte la randa quando sbatte senza vento, ho issato lo spinnaker. Di solito non uso sveglie ma ora ne ho una impostata ogni quarantacinque minuti per sorvegliare la situazione… Ho rallentato di tre, quattro giorni sulla mia tabella di marcia e devo recuperare le 5000 miglia di vantaggio che ha il primo concorrente,” racconta Philippe, che non nasconde la sua sana competitività. “Sono di buon umore e la barca va bene e non ha problemi ed è già una grande soddisfazione. Ma è logico che quando non c’è vento il problema è la frustrazione, l’impazienza e un po’ di nervosismo. Negli ultimi due giorni è difficile anche dormire in queste condizioni: per fortuna finora ero riuscito a tenere una media di sei ore al giorno di riposo, e in alcuni giorni anche sette, sette e mezzo.”
Il progetto pedagogico di Philippe con gli allievi della scuola elementare “Anne Sylvestre” di Rouen e la collaborazione con l’insegnante Céline Alexandre procede a gonfie vele. “Sono motivato e contento a trasmettere la mia esperienza ai ragazzi. Questa attività mi offre una pausa dalla routine quotidiana, dal ritmo della navigazione, dalle manovre, dal monitoraggio delle velocità. Mantengo un contatto costante con l’insegnante e, insieme, pianifichiamo in anticipo le videoconferenze del venerdì con tutta la classe. Durante la settimana, invio foto e brevi video per preparare questi incontri. I ragazzi scoprono la mia realtà, mostrano grande interesse e l’insegnante ha molti argomenti nuovi e diversi da trattare, principalmente sulla geografia. Questo l’aiuta ad aprire le loro menti a orizzonti più vasti. Madame Alexandre, sorpresa e soddisfatta, nota con piacere l’interesse suscitato da questa iniziativa tra gli studenti: non era sicura che si sarebbero appassionati a un mondo così lontano e differente dai loro consueti interessi.”
Philippe aveva dichiarato fin da subito di non essere un appassionato di cucina ma ha qualche golosità che tiene in serbo per il lungo viaggio che lo attende: “Nella cambusa non è rimasto più del cibo fresco da terra ma ogni due, tre giorni preparo una pasta che è uno dei miei piatti preferiti e mi concedo un bicchiere di vino la sera. Per ora scelgo dessert solo alla frutta come i purè di frutta e le insalate di frutta ma non ho ancora toccato i budini e le creme che ho preso… Li conservo per il seguito!”
Per ora è molto facile per Philippe comunicare con il suo sistema Starlink, grazie al quale ascolta anche la radio. “Finora mi sono dedicato ad ascoltare della musica, non riesco a concentrarmi molto sulla lettura. Ho portato anche un eReader dove ho scaricato quasi 2000 libri. Amo le biografie delle grandi personalità e dei gruppi rock e, come primo libro da leggere, ho scelto una biografia di 1500 pagine sui Rolling Stones.”
Al Marina Coruña i concorrenti in partenza nelle prossime due settimane stanno ultimando i preparativi e affinando i dettagli. I primi tre skipper a partire il 21 ottobre sono: Pavlin Nadvorni sul Farr45 Espresso Martini, Ari Känsäkoski a bordo del Class40 ZeroChallenge e William McBrien sul Class40 Phoenix. Lo skipper bulgaro ha riparato il timone al Varadero di Marina Coruña dopo un attacco di orche al largo del Portogallo e la sua imbarcazione è quasi pronta. Lo skipper finlandese è arrivato a A Coruña il 7 ottobre, dopo una sosta a Bilbao dove la sua imbarcazione era arrivata dalla Finlandia via cargo. Lo skipper canadese ha varato il suo Class40 al cantiere V1D2 di Caen in Francia il 9 ottobre ed attende delle condizioni meteorologiche favorevoli per raggiungere A Coruña.
In banchina i team di David Linger su Koloa Maoli, Cole Brauer su First Light e Riccardo Tosetto su Obportus 3, tutti appartenenti alla Class40, oltre al team dell’Open 50 Shipyard Brewing di Ronnie Simpson lavorano senza sosta agli ultimi preparativi per la partenza del 28 ottobre. Alessandro Tosetti skipper dell’ULDB di 65 piedi “Aspra” sta ultimando dei lavori sulla sua barca per essere anche lui pronto alla partenza del 28.
La presenza di alcuni skipper che partiranno a fine ottobre è ancora attesa nella città galiziana. Lo skipper spagnolo Juan Merediz ha passato lo stretto di Gibilterra e ieri stava navigando nel golfo di Cadice verso A Coruna. Juan ha recentemente ricevuto il sostegno della città di Valencia e di “Visit Valencia” e ha deciso di ribattezzare il suo Class40 “Sorolla”, in onore del pittore impressionista valenciano, Joaquín Sorolla.
Kevin Le Poidevin, che per problemi di visto fa base con il suo Open40 Roaring Forty nel Regno Unito, prevede di lasciare il marina di Port Pendennis a Falmouth intorno al 12 ottobre.
Un altro skipper francese della GSC sta sviluppando degli interessanti programmi pedagogici e solidali. Il 5 ottobre, François Gouin ha incontrato gli studenti del Notre Dame Saint Paul. Gouin, che per il suo giro del mondo navigherà a bordo del Class40 Kawan III, oltre che navigatore è anche un chirurgo oncologo e ambasciatore di Unicancer. Durante l’incontro ha parlato ai ragazzi dell’importanza dello sport nella prevenzione e nella gestione del cancro, tema che intende promuovere durante l’evento. La sua visita è stata fonte di ispirazione per gli studenti che seguiranno il suo viaggio alla GSC. François prevede di partire nei prossimi giorni dalla Francia dove fa base la sua barca in direzione di A Coruna.
Ci giungono anche le ultime novità dello skipper italiano Andrea Mura, a bordo dell’Open 50’ Vento di Sardegna che conta di partire il 14 ottobre dall’Italia verso A Coruña, quasi un mese in anticipo sulla sua partenza, prevista per il 18 novembre.
La Global Solo Challenge ha preso il via il 26 agosto. Dato il suo formato unico, i 20 skipper iscritti partiranno in partenze scaglionate nel corso dei prossimi quattro mesi, a seconda delle prestazioni delle loro imbarcazioni.
Per ulteriori dettagli sulle date di partenza di ogni skipper, si prega di visitare questo link: https://globalsolochallenge.com/it/date-di-partenza/
Per seguire la rotta degli skipper in navigazione, sul sito della Global Solo Challenge è disponibile il tracker: https://globalsolochallenge.com/tracking/