L’ultima settimana a A Coruna è stata caratterizzata da piogge intense e vento forte, una meteorologia piuttosto sfavorevole alla preparazione degli ultimi dettagli sulle imbarcazioni degli skipper che ormai si stanno riunendo in una comunità sempre più solidale e coesa grazie ai legami di amicizia che si creano sulla banchina di Marina Coruña. I concorrenti stanno entrando nel vero spirito della Global Solo Challenge che è anche quello di riunire e dare la possibilità a persone provenienti da tante diverse nazionalità, undici in questa prima edizione, di realizzare un sogno comune, quello di circumnavigare il mondo a vela. In solitario navigheranno le circa 26.000 miglia del percorso ma questo spirito di gruppo li accompagnerà e li motiverà nella loro avventura, perché come dice un proverbio africano, “da soli si va più veloci ma insieme si arriva più lontano”.
La prossima partenza è prevista per il 21 ottobre e a salpare saranno i tre concorrenti: Pavlin Nadvorni sul Farr45 Espresso Martini, Ari Känsäkoski a bordo del Class40 ZEROChallenge e William McBrien sul Class40 Phoenix.
Ari Känsäkoski, skipper finlandese, oltre ad essere un navigatore e un allenatore di vela, di professione fa anche l’architetto d’interni con una vocazione per l’eco-sostenibilità. Per questo ha voluto chiamare il suo progetto alla GSC e la sua imbarcazione, conosciuta anche come Fuji, ZEROChallenge, per promuovere sia nello sport che nello stile di vita i principi di riciclo e di riduzione delle emissioni di carbonio. In questi giorni si sta dedicando con il suo team al montaggio di alcuni pannelli solari supplementari, compito reso ancora più arduo dalle condizioni meteorologiche sfavorevoli.
William MacBrien è arrivato questa mattina a Marina Coruña dopo il trasferimento da Caen, dove ha ultimato i lavori di refit al cantiere V1D2 del suo Class40 Phoenix. La navigazione, tra le depressioni autunnali ha rappresetato una sfida aggiuntiva per il navigatore canadese che ha ancora pochissimi giorni per prepararsi prima di allinearsi sulla linea di partenza della GSC.
Pavlin Nadvorni, skipper bulgaro, sempre sollecito a rispondere all’invito della redazione della GSC per avere delle informazioni sull’avanzamento dei preparativi, racconta:“Espresso Martini è pronto, i controlli di sicurezza sono fatti e tutto è a posto per la nostra partenza. Ho già fatto il pieno di gasolio e devo imbarcare solo gli ultimi cibi freschi come pomodori e un po’ di prosciutto spagnolo. Sono soddisfatto di come sono riuscito a preparare la mia imbarcazione, anche se ora con il carico di provviste e di attrezzature è molto pesante. Ma vedo che è un problema comune a tutti gli skipper.” Pavlin, che durante il suo trasferimento da Varna aveva subito uno sfortunato incidente a causa di un attacco delle orche è riuscito a riparare i danni e a ricostruire l’estremità danneggiata del suo timone: “La meteorologia mi ha assistito durante i tre giorni in cui ho realizzato le riparazioni, altrimenti non ce l’avrei fatta.”
Questo lo porta a riflettere sull’importanza di pianificare in anticipo ogni dettaglio di un progetto che richiede molta cura e serietà: “In quarant’anni in mare ho imparato che bisogna cercare di anticipare il più possibile gli eventi perché ci sono sempre degli imprevisti che sorgono a rendere più arduo il cammino. Secondo me, la GSC è una sfida che si deve considerare da un punto di vista professionale. Noi navigatori forse non siamo dei professionisti come i navigatori del Vendée Globe ma, una volta partiti, le condizioni meteorologiche che ci attendono e l’oceano sono uguali per tutti. Inoltre, noi seguiamo da soli o con delle piccole squadre tutta la preparazione e dobbiamo per questa ragione essere ancora più seri e meglio organizzati,” conclude Nadvorni.
La comunità della Global Solo Challenge ha accolto a A Coruna, nella giornata di lunedì 16 ottobre, anche l’arrivo dei navigatori Juan Merediz, a bordo del Class40 Sorolla da Valencia e François Gouin, sul suo Class40 Kawan 3, dalla Bretagna.
Merediz, all’arrivo al Marina Coruña, ci ha raccontato come ha vissuto questo momento gioioso che costituisce un altro piccolo traguardo nella preparazione della GSC che è stata a dir poco sfidante per lo skipper spagnolo. “Ho visto sorgere l’alba in Galizia, stamattina. Davanti a me, le Isole Sisargas, a 15 miglia di distanza, e poi A Coruña. Ci sono stati momenti in cui ho dubitato di arrivare a questo punto. Il lavoro non è ancora finito: non è il momento di riposarsi o agitarsi, resto completamente concentrato sulla partenza. Sorolla si è rivelato un compagno di viaggio eccezionale, dimostrando il suo valore anche durante queste 1.054 miglia percorse da Valencia. Come sempre, le prossime miglia saranno le più difficili da percorrere, ma siamo pronti ad affrontarle!”
Cole Brauer, con l’aiuto del suo team che l’ha raggiunta in Spagna sta ultimando i preparativi sul suo Class40 Firs Light e sembra serena e positiva nell’affrontare la sfida che l’attende: “Mi sento davvero bene! Ho un ottimo team che riesce a tenere il passo con tutti i progetti e la lista dei lavori si sta notevolmente riducendo! Tutto è andato molto bene anche durante il trasferimento e anche se abbiamo avuto qualche problema iniziale con tutte le nuove attrezzature che abbiamo aggiunto a Newport, ora le stiamo mettendo a punto. Stiamo sostituendo le drizze, fornite da Gorilla Rigging, da un diametro di 8mm a 10mm, in modo che siano ancora più resistenti per la navigazione nei mari e venti sfidanti dell’Oceano Australe. A A Coruna ci ha raggiunto Dave White, un esperto di attrezzature nautiche che ci sta aiutando a mettere la barca in perfette condizioni prima della partenza! Inoltre, sono riuscita anche a finalizzare alcuni piccoli dettagli per la cambusa e ho ultimato la mia selezione di tè per il giro del mondo.”
David Linger, skipper americano, si sta dedicando soprattutto all’organizzazione delle attrezzature e degli spazi a bordo del suo Class40 Kaloa Maoli: “Ho verificato e sistemato tutte le attrezzature e i pezzi di ricambio. Sto verificando le dotazioni di sicurezza e completandole con gli ultimi razzi. Ho cambiato anche l’ultimo numero che mi restava da apporre sulle vele. Un altro punto su cui ho lavorato questa settimana è stata la preparazione delle buste dei pasti per la mia cambusa. Vedendo questa quantità immensa di scorte, la grande domanda che mi pongo ora è: dove metterò tutto questo cibo?”, racconta ironico. Ma prima di essere costretto ad utilizzare i pasti liofilizzati si sta deliziando a gustare le specialità locali della capitale galiziana, concedendosi di sera una pausa ben meritata nei ristoranti di A Coruña.
Il navigatore italiano Riccardo Tosetto, che nei mesi estivi aveva lasciato il suo Class40 Obportus 3 a A Coruña, per dedicarsi al suo lavoro di skipper professionista nelle isole greche, racconta come sta vivendo questo momento. “Ormai ci siamo, mancano solo dieci giorni alla partenza e le cose da fare sono ancora tante. Non nego che c’è un po’ di tensione nell’aria anche se la barca è abbastanza pronta. Ci sono dei piccoli dettagli da risolvere e questi portano via molto tempo anche perché le condizioni meteorologiche al momento non sono buone. Qui a A Coruña, piove abbastanza e c’è molto vento, il che rallenta alcuni lavori. Nel complesso, però, sono contento di come ho preparato l’imbarcazione e di come stanno andando le cose. Mi sento bene, non vedo l’ora di partire e di cimentarmi in questa grande avventura. In questi giorni posso contare sul sostegno e l’aiuto di Valeria, la mia compagna, e Filippo, il mio braccio destro che ha seguito tutto il progetto. A breve arriveranno anche altri amici per darmi una mano e prima della partenza mi raggiungeranno anche tanti altri amici e famigliari. Sarà sicuramente un momento molto emozionante, non riesco ancora ad immaginarlo.
L’atmosfera che si respira qui è fantastica, ho fatto amicizia con molti partecipanti in particolare con gli americani Cole, Ronny e David, il bulgaro Pavlin e il mio connazionale Alessandro. La Global Solo Challenge è bella anche per questo, perché i partecipanti stanno assaporando ogni istante di questa esperienza e, al di là dell’aspetto competitivo, c’è la possibilità di condividere dei momenti con persone che hanno i tuoi stessi sogni e le stesse passioni. Qui ci aiutiamo tutti e ci supportiamo a vicenda. Passiamo alcune serate insieme e ci ritroviamo tutti i pomeriggi sul pontile per scambiare opinioni e consigli. Sto seguendo con entusiasmo gli altri concorrenti in mare e non vedo l’ora di mettermi sulla loro scia.”
Al lavoro a A Coruña in questa bella atmosfera di cooperazione e collaborazione, troviamo anche lo skipper italiano Alessandro Tosetti a bordo del suo ULDB 65’ Aspra e lo skipper americano Ronnie Simpson sull’ Open 50 Shipyard Brewing, con gli ultimi preparativi per la partenza del 28 ottobre.
Ma alcuni skipper non hanno ancora raggiunto A Coruna e scalpitano per unirsi alla comunità di navigatori solitari e approfittare degli incontri e degli ultimi festeggiamenti prima della partenza. Come Kevin Le Poidevin che è ancora a Falmolth, nel Regno Unito a causa delle condizioni meteorologiche avverse ma è sempre ottimista e continua i lavori, desiderando presto di raggiungere i compagni di viaggio della GSC. “Sono in ritardo di una settimana a causa del tempo umido, freddo e ventoso ma dovrò completare i lavori che volevo fare nella soleggiata Spagna, qui a Falmouth. Sto cercando una buona finestra meteorologica per poter navigare verso la Spagna tra le continue depressioni che attraversando l’Atlantico settentrionale, entrano nel Golfo di Biscaglia e risalgono verso il Regno Unito. Comunque mi attende un trasferimento non facile. Spero che venerdì o sabato si presenti l’occasione giusta per partire. Quando arriverò a A Coruna mi attendono altre giornate di lavoro molto intense per caricare i pezzi che avevo fatto spedire in Spagna. Roaring Forty sembra un cantiere navale mobile! Ho ancora a bordo tutto il materiale che mi serve per il refit e che di solito dovrebbe essere in un capannone.”
Il navigatore australiano sperimenta una serie variegata di emozioni: “Come mi sento? Impegnato… ho molti pensieri per la testa in questo momento! Emozionato di essere così vicino all’inizio della mia Global Solo Challenge, dopo quattro anni di duro lavoro. Frustrato e ansioso di tornare a A Coruna per godermi la compagnia degli altri skipper e dei miei sostenitori, ma consapevole della necessità di organizzare al meglio il tempo restante a disposizione per completare le attività prioritarie, prima della partenza, sto studiando il meteo per il trasferimento.
Grato alla mia famiglia e agli amici per il loro incoraggiamento e supporto, anche da lontano. E, infine, speranzoso che delle fastidiose orche non mi creino problemi e che il brutto tempo non rovini il mio entusiasmo.”
Andrea Mura ha lasciato l’Italia per trasferire il suo Open 50’ Vento di Sardegna a A Coruna. Un’emozionante cerimonia ha suggellato questo momento e ha raggiunto il suo apice quando, sulle note di “Con te partirò” di Andrea Bocelli, il navigatore italiano ha preso il largo.
Intanto, in oceano i quattro navigatori già impegnati nella loro avventura alla Global Solo Challenge attendono che gli altri skipper scendano in mare all’inseguimento.
Louis Robein sta lentamente trovando il giusto ritmo per la sua navigazione, sa che è ancora lunga e che il suo sogno è ancora solo all’inizio.
Philippe Delamare dopo aver fatto registrare per giorni la miglior performance della flotta ed aver tolto la corona di primo classificato a Dafydd Hughes in termini di giorno stimato di arrivo, sta ora affrontando il calo di vento della zona di convergenza intertropicale(ZCIT) che gli ha fatto progressivamente erodere il vantaggio riconsegnando la prima posizione allo skipper di Bendigedig.
Édouard De Keyser, che fatica ad avanzare nella ZCIT, ritrova anche una certa poesia nel racconto di questi momenti, nonostante le difficoltà: “Il tempo sembra sfaldarsi, disintegrarsi. Solo la mia mente resiste, cercando di rimettere insieme i pezzi. Da qualche giorno, navighiamo in condizioni difficili in cui si alternano venti contrari cha fanno sbattere la barca all’assenza di vento che non ci permette di avanzare.
A bordo tutto è diventato appiccicoso ed umido a causa del caldo afoso e della pioggia. Ma impongo alla mia mente una rigorosa disciplina stoica attraverso la pratica dell’epicureismo, ovvero cerco almeno di mangiare bene e dormire bene, dopo aver lavorato sodo. La magia che trovo ogni giorno al di là delle mie difficoltà quotidiane, sono i deliziosi pasti che mia moglie, Evelyne, ha preparato per me. E quando le cose si mettono davvero male, mi rilasso leggendo un libro e sorseggiando un bicchiere di vino rosso.
Ho smesso di reoccuparmi per la classifica. So che Mowgli, il “figlio della giungla”, di Delamare potrebbe sorpassarmi presto, ma non importa. Le parole di Rudyard Kipling, che mio padre mi ripeteva quando ero piccolo, risuonano nel mio cuore e nella mia mente: “Sarai un uomo, figlio mio”. Così, le difficoltà, le frustrazioni e persino le ambizioni del marinaio che pensava di sapere tutto si dissolvono nella schiuma brillante delle onde, lasciando dietro di sé solo una scia di felicità e la risata gioiosa del bambino del “mistral gagnant” (ndr. come nella canzone francese “Mistral Gagnant”).”
Dafydd questa settimana ha celebrato sia il suo 50esimo giorno in mare sia il passaggio del meridiano di Greenwich. Le cose non potrebbero andare meglio specie dopo la notizia della riconquista della prima posizione nel ranking della data stimata di arrivo che aveva temporaneamente ceduto a Delamare.
Infine, il messaggio di una sostenitrice di Dafydd Hughes, Jewel D., ci aiuta a comprendere come lo spirito di comunità e il senso della grande impresa che i navigatori stanno compiendo arrivi anche al cuore del pubblico che li segue. Jewel scrive: “Prima di seguire l’avventura di Dafydd, non avevo mai davvero compreso il fascino degli sport di squadra. Ci sono due aspetti che ho scoperto e mi hanno profondamente colpito, sia nel rugby che Dafydd ama, sia nella sua avventura in mare: la strategia, fondamentale in entrambi gli sport, e l’essere parte di una comunità che condivide la gloria e il dolore, che si tratti dei quindici cuori pulsanti dei giocatori di rugby in campo o dei navigatori solitari in giro per il mondo. Proprio questo senso di comunità e di condivisione mi spingono a seguire la GSC. Ho letto le storie delle persone che si metteranno alla prova per circumnavigare il globo senza scalo ed è qualcosa di profondamente emozionante. Ma ciò che colpisce ancor di più è la rete di solidarietà tra i marinai che seguono la rotta l’uno dell’altro nelle partenze scaglionate, la presenza dei SuperTeamDiSupporto che sostengono non solo il loro navigatore, ma che augurano il meglio a tutti gli altri partecipanti. Poi ci sono gli organizzatori, che coordinano tutto, e noi, i Supporter Indipendenti, che ci sentiamo parte attiva di questa avventura, scortando i partecipanti virtualmente a casa in sicurezza con il nostro sostegno da casa. Grazie a Dafydd e a tutti i navigatori per permetterci di vedere il meglio di noi attraverso le loro sfide. Buon vento a tutti!”
La Global Solo Challenge ha preso il via il 26 agosto. Dato il suo formato unico, i 20 skipper iscritti partiranno in partenze scaglionate nel corso dei prossimi quattro mesi, a seconda delle prestazioni delle loro imbarcazioni.
Per ulteriori dettagli sulle date di partenza di ogni skipper, si prega di visitare questo link: https://globalsolochallenge.com/it/date-di-partenza/
Per seguire la rotta degli skipper in navigazione, sul sito della Global Solo Challenge è disponibile il tracker: https://globalsolochallenge.com/tracking/
By Margherita Pelaschier / Global Solo Challenge