Settimana dopo settimana, la Global Solo Challenge sta portando storie di straordinaria resilienza umana di fronte alle avversità, ingegnosità nel risolvere i problemi, immagini di enormi onde e racconti di incredibili tempeste. Mentre alcuni concorrenti navigano contro il tempo pensando alla loro classifica, altri devono affrontare problemi ben più seri.
Mentre scrivevamo la notizia che Ari Känsäkoski era arrivato a terra in sicurezza a Durban dopo la sua Odissea di 25 giorni e 1200 miglia nautiche, altri timonieri stavano affrontando le loro sfide.
Intorno alle 18:00 UTC del 14 gennaio, Edouard De Keyser su Solarwind ha chiamato per informare che aveva rotto il suo timone di dritta mentre navigava con venti di 20 nodi da nord-est. Impossibilitato dal navigare in una direzione utile con il suo unico timone di sinistra rimasto, è stato costretto a fermare la barca in mare mettendosi alla cappa, utilizzando due vele impostate su mura opposte per poter essere stabile e derivare lentamente per attendere venti favorevoli. Le previsioni indicavano che entro la sera successiva un fronte freddo lo avrebbe raggiunto, portando venti da sud-ovest, più di quanti gli sarebbero stati necessari per fare progressi verso un porto sicuro. La sera del 15 è stato colpito da venti di 30-35 nodi che gli hanno permesso di iniziare a navigare nella direzione generale dell’Isola dei Canguri di fronte al Golfo di San Vincenzo, Adelaide.
Il centro di coordinamento salvamento in mare JRCC Australia è stato immediatamente informato della situazione e la frequenza di aggiornamento del tracker della barca è stata aumentata per dare a tutti la possibilità di monitorare i progressi di Edouard e di poter reagire prontamente se la situazione fosse peggiorata diventando pericolosa per skipper o barca.
Al momento dell’incidente, Edouard si trovava a circa 500 miglia nautiche a sud-ovest della terraferma più vicina, in un’area senza traffico commerciale e con il solo passaggio occasionale di pescherecci d’altura. Questo ci riporta all’operazione di rifornimento effettuata dalla nave da pesca giapponese Tomi Maru No. 58 che ha fornito ad Ari Kanskoski rinnovata speranza e la possibilità di raggiungere in sicurezza l’Africa continentale nel suo calvario. Tuttavia, nel caso di Edouard, un’operazione simile non sarebbe stata di alcuna utilità, non solo perché il motore di Edouard si era irrimediabilmente rotto solo pochi giorni prima, ma soprattutto perché il suo motore interno è elettrico!
La migliore opzione per Edouard era semplicemente quella di cercare di raggiungere la terra con i propri mezzi, più facile a dirsi che a farsi senza motore, un timone rotto e problemi che si temeva gli avrebbero impedito di utilizzare il pilota automatico. Il vento è stato seguito da mari sempre più grandi con onde che si alzavano fino a 3-4 metri, ma, per fortuna, ben allineate con il vento. Edouard rimaneva estremamente apprensivo e, pur essendo riuscito ad usare il pilota automatico per impostare la rotta verso terra, temeva che il timone rotto potesse causare danni significativi alla barca e all’altro timone, lasciandolo alla deriva inerme. Non aveva altra scelta che scollegare e rimuovere il timone rotto, cosa che è riuscito a far mantenendo l’uso del pilota automatico, il che è stato un grande sollievo per Edouard che ora poteva fare progressi costanti verso la sicurezza sperando che nessun ulteriore problema tecnico ostacolasse la sua navigazione.
Le ore si sono trasformate in giorni e, nonostante diverse strambate involontarie e situazioni difficili, Edouard è riuscito a superare il peggio del meteo avverso con condizioni in miglioramento nella mattina (sera per lui) del 18. Il mare residuo è ancora significativo, ma la situazione generale sta rapidamente calmandosi e si spera che Edouard sia fuori dalla parte peggiore del suo viaggio.
Con il JRCC Australia in standby, era anche il momento di pianificare l’arrivo di Edouard in Australia. Il Controllo delle Frontiere Australiano richiede che venga ottenuto un visto prima dell’arrivo e, a parte la Stazione di salvamento, molte altre autorità sono coinvolte con l’arrivo inaspettato di una barca in difficoltà, come la Polizia dell’Australia Meridionale e il Centro Nazionale Marittimo, l’Autorità di Sicurezza Marittima Australiana, la Dogane, la biosicurezza e così via.
L’ultimo aggiornamento meteorologico indica che il vento virerà verso nord-est rendendo sconsigliabile un approccio ad Adelaide, poiché Edouard si troverebbe a navigare nel Golfo di San Vincenzo senza motore e impossibilitato a virare. Pertanto, in base alle previsioni, Edouard ha deciso che navigherà verso Port Lincoln, che è sia più vicino sia più facile da raggiungere, data la direzione del vento.
In circostanze normali, le imbarcazioni del Soccorso Marittimo Volontario operano solo fino a una distanza massima di 30 miglia nautiche dalla costa, quindi è importante per Edouard scegliere una rotta che lo porti il più vicino possibile a un porto sicuro dove possa ricevere assistenza.
Nel frattempo, la comunità dei velisti si è messa in azione, anche grazie a concorrenti come Ronnie Simpson che ha inviato email ai suoi contatti. Ulteriore aiuto potrebbe diventare disponibile per Edouard sia prima che dopo il suo arrivo a terra.
Edouard non è l’unico concorrente ad affrontare difficoltà, poiché Louis Robein continua la sua difficile navigazione verso Hobart, alle prese con problemi energetici dopo la perdita di un idrogeneratore che gli hanno causato più di un semplice mal di testa.
Con solo un idrogeneratore rimasto, è stato costretto a passare molto tempo al timone quando si trova su un bordo dove non può caricare le batterie. La sua installazione rende impossibile spostare l’idrogeneratore ad ogni virata. Quando è stato colpito da un fronte temporalesco con venti superiori ai 40 nodi e aria proibitivamente fredda proveniente dall’Antartide, ha dovuto alternarsi tra il timone e l’uso del pilota automatico, sapendo che stava scaricando troppo le sue batterie. Quando le condizioni sono migliorate, ha deciso di provare a caricare solo una batteria del suo banco di tre in modo da poter mettere un po’ di energia nella batteria anche sul bordo sbagliato quando l’idrogeneratore si immerge solo occasionalmente nell’acqua.
Dopo aver scollegato le batterie e controllato il loro stato, si è reso conto che parte del motivo per cui faceva fatica a ricaricare correttamente le batterie, anche quando ne aveva l’opportunità, era dovuto al fatto che due delle tre batterie erano morte, scaricate oltre ogni speranza. Solo una delle tre batterie, con una lettura di poco superiore ai 9 Volt, sembrava recuperabile. Ha collegato questa batteria all’idro e, fortunatamente, ha visto la tensione salire di nuovo. L’unità di controllo dell’idrogeneratore lampeggia ripetutamente con un errore sconosciuto, quindi Louis spera che questa configurazione regga fino a Hobart! A Louis restano ora meno di mille miglia per arrivare a Hobart, ma il suo viaggio sembra continuare a lanciargli sfide costanti e speriamo che possa arrivare in tempo per effettuare riparazioni e ripartire entro il limite di tempo imposto, poiché il regolamento richiede che una barca sia in grado ragionevolmente di doppiare Capo Horn prima della fine dell’estate australe per garantire che i concorrenti non si avventurino fuori stagione in acque pericolose. Purtroppo il tempo corre veloce per lui e possiamo solo sperare che non affronti ulteriori problemi o incontri condizioni meteorologiche che non gli permettano di fare rapidi progressi.
Più a est, Pavlin Nadvorni su Espresso Martini ha affrontato una difficile traversata del Mare di Tasman navigando solo con il fiocco. Quando si trovava a sud della Tasmania, si è reso conto di avere gravi danni in diverse sezioni della rotaia della randa, il che lo ha costretto a calare immediatamente la vela e a ponderare la sua prossima mossa. Da alcuni giorni aveva una cima avvolta intorno all’elica e lo stato del mare rendeva troppo pericoloso immergersi, quindi senza randa non poteva risalire verso Hobart per trovare riparo per liberare l’elica e tentare riparazioni alla rotaia dell’albero. Ha deciso di navigare ulteriormente, solo con il fiocco, verso il porto di Bluff all’estremità meridionale dell’Isola del Sud, in Nuova Zelanda, appena a nord dell’Isola Stewart.
Il Mare di Tasman ha messo alla prova i suoi limiti fisici e mentali lanciandogli addosso venti forti e mari difficili. Pavlin sembrava esausto e stava soffrendo dalla carenza di sonno, rendendo il suo viaggio una prova di resistenza. Nella mattina presto del 16 gennaio stava navigando lungo la costa nord dell’Isola Stewart in un tempo burrascoso. Finalmente, ha raggiunto Saddle Point – l’estremità nord-orientale dell’isola ed ha girato verso sud in cerca di un buon posto per ancorare. Questo non è stato facile dato che non aveva propulsione e non poteva navigare stretto al vento.
Dopo essere riuscito a fermare la barca all’ancora mentre il vento e la corrente la facevano girare su se stessa e causandogli un impaccio con la cima che è finita tra timone e chiglia, Pavlin era finalmente pronto per riposarsi. In quel momento si è reso conto di essere in un momento di stallo della corrente e ha deciso immediatamente di immergersi per liberare l’elica. Purtroppo un problema con la sua attrezzatura da sub ha fatto sì che il manometro perdesse aria e lui sia rimasto senza aria prima di poter risolvere il problema. In quel momento un gommone è apparso dal nulla: Murray, che conosce Cole e sta seguendo la GSC, ha deciso di fare un salto mentre usciva a pescare per vedere se Pavlin aveva bisogno di qualcosa. Dopo una breve chiacchierata, si è scoperto che Pavlin e Murray si erano conosciuti molti anni prima. Stanco, infreddolito ed esausto, Pavlin alla fine si è coricato nella sua cuccetta.
Mentre faceva colazione con il caffè il giorno dopo, tuttavia, Pavlin ha notato un nuovo rumore e ha capito che la sua ancora stava scivolando e la corrente e il vento lo stavano spingendo verso la costa. Come ha detto Pavlin, chiamatela fortuna o Provvidenza, Murray è apparso proprio in quel momento; aveva un presentimento che dovesse andare a controllare di nuovo Pavlin e ha raggiunto Espresso Martini proprio quando ne aveva più bisogno.
Murray ha aiutato Pavlin a cambiare ancoraggio in modo che potesse occuparsi della sua elica bloccata dalla cima; dopo di che, ha navigato verso il porto di Bluff ed ha ormeggiato utilizzando finalmente il motore. È stato accolto da funzionari molto comprensivi e accomodanti che lo hanno autorizzato a sbarcare in Nuova Zelanda e a iniziare a pensare alle riparazioni che deve effettuare. Posteremo aggiornamenti man mano che la situazione si sviluppa, ma Pavlin sembra aver ritrovato un rinnovato entusiasmo e non è affatto fuori dalla Global Solo Challenge.
Con così tante cose che stanno accadendo, non sarò in grado di parlare di tutti, ma menzioniamo solo che la barca in testa, Mowgli, guidata dall’eccezionale Philippe Delamare, sta affrontando un complesso meteo nell’Atlantico del Sud. Non voglio dire “ve l’avevo detto!” ma lo farò! Troppe persone avevano guardato le barche appena superata la metà del percorso e avevano iniziato a trarre conclusioni sui risultati finali come se le barche fossero a poche miglia dall’arrivo navigando in venti alisei stabili. Seguo l’evento con la stessa passione di molti membri del pubblico, forse con un po’ più di conoscenza delle potenziali insidie o di ciò che ci si può aspettare. Diciamo solo che Cole Brauer ha ridotto il distacco da Philippe di oltre 500 miglia in meno di una settimana! Ed ha forti venti portanti previsti per giorni mentre Philippe negozia zone senza vento e venti contrari imminenti. Sono totalmente imparziale e auguro il meglio a ogni concorrente, ma come spettatore che guarda posso emozionarmi tanto quanto voi tutti nel seguire questo appassionante duello che molti sono stati troppo rapidi nel considerare finito quando Cole è stata costretta a prendere una rotta conservativa per evitare due brutte tempeste la scorsa settimana. Il duello è tutt’altro che finito!
Andrea Mura su Vento di Sardegna nel frattempo è salito al 7° posto sull’acqua e ha scambiato posizioni con Ronnie Simpson su Shipyard Brewing alcune volte nella classifica dell’orario previsto di arrivo (ETA). Questo è attualmente il duello per il terzo posto e il divario ETA tra le due barche è stato spesso nell’ordine di ore o addirittura minuti! L’esito di questo duello è impossibile da prevedere, e penso che ci sarà fuoco tra lo skipper italiano e quello americano. Questo può spingerli a dare più del previsto e continuare a ridurre il distacco da Philippe e Cole, potenzialmente aprendo la porta a ulteriori emozioni.
Il duello per il 5° e 6° posto è tra Riccardo Tosetto su Opbportus e Francois Gouin su Kawan3 Unicancer. Francois era riuscito a superare brevemente Riccardo, ma lo skipper italiano è scappato guadagnando miglia sul rivale francese negli ultimi giorni. Entrambi navigano su Class40, quindi per loro è una vera e propria regata testa a testa.
È stata un’altra settimana di incredibili emozioni alla Global Solo Challenge e dovreste trovare il tempo per visitare il sito web, leggere i blog, guardare i video e seguire la traccia di tutti gli skipper, inclusi quelli che non ho menzionato espressamente oggi come David Linger su Koloa Maoli, William MacBrien su Phoenix, Alessandro Tosetti su Aspra e Kevin Le Poidevin su Roaring Forty.