La XIII Zona FIV Friuli Venezia Giulia ha brillato ai Campionati Italiani in doppio, conclusi domenica a Pescara, con un dominio assoluto nella classe 420 con il podio interamente rappresentato da equipaggi del Friuli Venezia Giulia. L’equipaggio triestino composto da Lisa Vucetti e Vittorio Bonifacio (Società Velica di Barcola e Grignano) ha conquistato il titolo assoluto, misto e under 19, dopo i recenti trionfi agli Europei e ai Mondiali di classe e Word Sailing. Per loro una stagione davvero incredibile! A completare il podio, in seconda posizione, i compagni di Zona FIV Kim e Noé Magnani (Yacht Club Adriaco) e, al terzo posto, un altro equipaggio misto composto da Anastasia Mutti e Lorenzo Centuori (Società Nautica Pietas Julia).
Altre medaglie sono arrivate nelle categorie under 17 e under 19, con i bronzi conquistati da Tristan Gardossi (YC Adriaco) in coppia con Edoardo Finoia (Società Velica Oscar Cosulich), e da Matteo Mioni (SVBG) con a prua Noah Samuel Barbiero (Sirena). Questi risultati confermano l’eccellenza della XIII Zona FIV Friuli Venezia Giulia nella vela giovanile, rafforzando la tradizione velica del Golfo di Trieste, dimostrata nel week end non solo dal successo dei giovanissimi velisti del 420, ma anche da chi é impegnato nella fisicissima classe Finn. In Danimarca infatti Alessandro Marega, della Società Vela Oscar Cosulich, ha ottenuto uno storico bronzo alla Finn Gold Cup di Aarhus. Se da una parte é stata la prima volta che un finlandese, Oskari Muhonen, si é aggiudicato la Finn Gold Cup, seguito dall’ungherese Doma Nemeth (primo U23), Alessandro Marega é il terzo italiano della storia che va a podio; prima di lui soltanto Adelchi Pelaschier (3° nel 1958) e Luca Devoti (2° nel 1997 e argento olimpico 3 anni dopo), sono riusciti nell’impresa. “È un’emozione immensa e un grande orgoglio sapere che prima di me solo Adelchi Pelaschier e Luca Devoti sono riusciti a salire sul podio. Per me sono due figure leggendarie: Luca Devoti non solo come atleta, ma anche per il suo contributo come costruttore di barche e innovatore; Adelchi è una figura mitica non solo per la classe Finn, ma anche per il mio circolo, la Società Velica Oscar Cosulich: é sempre stato un’ispirazione per tutte le generazioni di velisti che sono venute dopo”.
Marega ha così raccontato le regate in Danimarca:”Ho ottenuto i migliori risultati in condizioni di vento medio-forte e onde corte, che erano fastidiose di bolina ma fantastiche per planare in poppa con il pompaggio libero. Questo tipo di condizioni si è presentato in molte delle prove del Campionato. Ma, più che il secondo posto, la regata più emozionante è stata la prima delle sette disputate: alla mia prima Finn Gold Cup, ho girato primo alla boa di bolina! Anche se poi non sono riuscito a mantenere la posizione per una serie di sfortunate circostanze, è stato un momento davvero speciale”.
Alla domanda se si aspettava di finire sul podio ha risposto:“Speravo di finire tra i primi cinque, soprattutto per tutto il lavoro fatto nell’ultimo anno. Sono solo due anni che gareggio nella classe Finn e all’inizio del 2024 ho cambiato barca; la Finn Gold Cup era nella mia mente esattamente dal settembre scorso. Dietro c’è stato un grande lavoro da parte mia e del team che mi ha seguito per la preparazione fisica e tecnica. È stato un percorso lungo e impegnativo, con tanti sacrifici, soprattutto perché lavorando a tempo pieno come progettista alla veleria Olimpic Sai, devo ritagliarmi dei momenti per gli allenamenti. Per questo motivo il bronzo ha un significato speciale: è il frutto di tanto sacrificio e, in più, l’ho ottenuto con una vela che ho progettato io!”
Marega ha anche cercato di spiegare il fascino e la bellezza del Finn, ex classe olimpica che richiama ancora oggi un numero molto importante di regatanti a livello internazionale: ”La classe Finn è emozionante perché offre sensazioni uniche, a metà tra una deriva e una barca d’altura, soprattutto di bolina. È una barca molto impegnativa dal punto di vista fisico: con la vela grande e il pompaggio libero su ogni onda, il ritmo cardiaco è sempre al massimo. Allo stesso tempo è una delle barche tecnicamente più complete, il che la rende molto stimolante. Anche l’estetica ha il suo fascino: molti regatanti continuano a gareggiare perché sono veramente innamorati del Finn e del suo modo di navigare”.