RACE, DECEMBER 09, 2024 : Photo sent from the boat Prysmian during the Vendee Globe sailing race on December 09, 2024. (Photo by skipper Giancarlo Pedote)

Oceano Indiano – L’Oceano Indiano si rivela brutale: onde incrociate, correnti vorticose e venti incessanti mettono alla prova lo skipper fiorentino

Dopo un mese di navigazione senza sosta, Giancarlo Pedote, skipper del team Prysmian, si trova in una delle fasi più dure della regata Vendée Globe 2024, il giro del mondo senza assistenza e senza scafo. Con Capo di Buona Speranza alle spalle e la vastità dell’Oceano Indiano davanti, il velista italiano è impegnato in una sfida quotidiana contro onde incrociate, correnti disordinate e sistemi di depressione che non danno tregua. La strada verso la Tasmania è ancora lunga e densa di ostacoli.

“È come essere in una lavatrice gigante impostata sulla centrifuga permanente“, ha commentato Giancarlo in un messaggio dal bordo della sua barca. “Le depressioni si susseguono, una dopo l’altra, senza lasciarti il tempo di respirare. Non è il vento il problema principale, ma il mare incrociato e disordinato, che colpisce senza pietà. È impossibile stare in piedi senza essere sbattuti da una parte all’altra. Anche preparare da mangiare diventa una prova di resistenza“, ha raccontato il navigatore, che attualmente si trova a metà strada tra il Capo di Buona Speranza e le Isole Kerguelen.

Dopo il passaggio del Capo di Agulhas e l’ingresso ufficiale nell’Oceano Indiano, Giancarlo ha deciso di modificare la rotta, spostandosi più a nord, nel tentativo di trovare condizioni di mare e vento che permettano alla barca di avanzare senza i continui stop causati dalle onde. Questa scelta tattica gli permette di evitare le zone di correnti più insidiose, ma la navigazione rimane estremamente complessa. “Le zone di corrente, dal Capo di Buona Speranza fino al meridiano dei 70° Est, note come correnti delle Agulhas, sono difficili perché creano vortici e onde da tutte le direzioni che bloccano l’avanzare della barca“.

Il percorso verso la Tasmania è ancora lungo e, purtroppo, le previsioni meteo non sono incoraggianti. I sistemi di bassa pressione continuano a rincorrersi con una velocità impressionante e le onde non accennano a placarsi. Lo skipper dovrà dribblare questi sistemi per evitare di essere colpito frontalmente e, nel frattempo, preservare la barca e le sue forze.

Guardo verso sud sperando in una finestra per scendere verso la Tasmania, ma una grossa depressione è già in arrivo per la fine della settimana. Ora devo concentrarmi molto sul presente per riuscire a portare l’imbarcazione su questo mare che è davvero “arrabbiato”: si avanza con grande fatica perché la barca parte dei surf mostruosi per poi andare a sbattere nell’onda davanti. Sono condizioni complesse dove non si riesce ad accelerare, bisogna andare al ritmo delle onde. È necessario avere pazienza, accettare che è così. Speriamo che dopo Capo Leeuwin potremo avere delle condizioni un po’ più clementi, per poter passare dalla sopravvivenza alla regata, perché per ora il rischio di rompere è importante”.

Nonostante tutto, Giancarlo Pedote non perde il morale e il suo obiettivo rimane chiaro: ignorare la frustrazione, restare concentrato e avanzare, superare l’Oceano Indiano e proseguire verso la Tasmania. La rotta è ancora lunga, le sfide sono infinite, ma lo skipper del Prysmian non arretra di un centimetro. Con la sua proverbiale tenacia e l’esperienza acquisita nel Vendée Globe 2020, Giancarlo continua a affrontare il “mostro Indiano” e la sua avventura nel Grande Sud.

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