La flotta di The Ocean Race ha superato Point Nemo poco dopo le 17:30 UTC di martedì pomeriggio, lasciandosi alle spalle il luogo più remoto e isolato degli oceani.
Probabilmente l’isolamento non è stato così intenso rispetto al solito. Tutte e quattro le barche hanno superato il waypoint nell’arco di 23 minuti e, al comando della flotta, Team Malizia ha preceduto Team Holcim PRB per soli 30 secondi.
Non è quello che la maggior parte degli appassionati si aspettava di vedere dopo 23 giorni e 9.000 miglia di regata. E non è nemmeno quello che si aspettavano i velisti.
“Questa mattina (ora locale a bordo) abbiamo vissuto un momento importante di questa navigazione nell’Oceano Pacifico, quando abbiamo superato Point Nemo”, ha dichiarato Will Harris di Team Malizia.
“È fondamentalmente il punto più remoto dell’oceano, il più lontano dalla terraferma. In realtà si trova a circa 200 miglia a nord rispetto a noi (ma questo è il momento in cui ci avviciniamo di più)…”.
“Ci sentiamo un po’ soli, anche se abbiamo deciso di portare con noi alcuni amici a Point Nemo…”. Holcim-PRB è solo a un paio di miglia e tutto il resto della flotta è a meno di 10 miglia. Ci aspettavamo di essere un po’ più isolati qui, ma è così che va la regata”.
La vista da Biotherm era simile, ma ha evocato forti ricordi allo skipper Paul Meilhat.
“Abbiamo appena superato Point Nemo”, ha detto Meilhat. “Mi ricorda il Vendee Globe del 2016… Ero in terza posizione in questa zona quando ho rotto il pistone idraulico della chiglia, il che mi ha costretto al ritiro dalla regata. È stato piuttosto difficile raggiungere un luogo sicuro perché è il punto più lontano dalla terra… Ma abbiamo trovato una soluzione su un’isola della Polinesia francese. Mi ci sono voluti circa 8 giorni per arrivarci. Quindi non è un bel ricordo per me, però ora lo stiamo attraversando di nuovo e ci stiamo dirigendo verso Capo Horn, che è a circa 5 giorni di distanza”.
Alle 14.00 UTC di martedì, la flotta rimaneva compatta: il distacco in classifica dal primo al quarto era inferiore alle 10 miglia. Le barche hanno superato il punto più settentrionale della zona di esclusione dei ghiacci e, come è ovvio, stanno ricominciando a strambare verso sud.
Tra questo punto e Capo Horn è necessario trovare il giusto equilibrio, misurando rischi e benefici. Da dietro si sta avvicinando un fronte freddo con venti più forti e mare grosso. L’impatto sarà più pesante più a sud. Il punto di forza sarà trovare il massimo vento con un mare relativamente meno marcato. A sud la distanza da Capo Horn è minore e i venti più forti, ma gestire le onde potrebbe rendere l’opzione nord la scelta migliore e più veloce.
L’ETA a Capo Horn è prevista per domenica sera UTC e la data di arrivo più probabile a Itajaí, in Brasile, è il 1° aprile.